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Occupazione dell’ex Agorà di Milano
Venerdì mattina, l’ex Agorà del ghiaccio di Milano ha visto l’occupazione da parte degli attivisti del “Cio – Comitato insostenibili olimpiadi”. Questa azione si inserisce in un contesto di crescente opposizione alle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, che molti considerano un enorme spreco di risorse e un aggravio per la vita quotidiana dei cittadini. Gli attivisti hanno annunciato un evento di tre giorni, denominato “Utopiadi”, per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste problematiche.
Un evento per la comunità
Il primo evento di questo ciclo inizierà alle 18 di venerdì e prevede una serie di attività volte a coinvolgere la comunità locale. All’interno della struttura, sono state portate casse di birra e acqua, creando un’atmosfera di festa e condivisione. Gli organizzatori sperano che questi eventi possano attrarre l’attenzione su questioni più ampie legate alle Olimpiadi, come l’impatto ambientale e sociale che queste manifestazioni possono avere sulla città e sui suoi abitanti.
Critiche alle Olimpiadi Invernali
Le Olimpiadi Invernali 2026 sono state oggetto di critiche da parte di diversi gruppi, che sostengono che l’evento porterà a un aumento del costo della vita e a una maggiore pressione sulle infrastrutture già esistenti. Gli attivisti dell’ex Agorà hanno dichiarato che l’occupazione è un modo per far sentire la propria voce contro quello che considerano un “eventificio” che trasforma Milano in un palcoscenico temporaneo, a scapito della qualità della vita dei suoi cittadini. La loro azione si propone di stimolare un dibattito pubblico su come le risorse potrebbero essere meglio utilizzate per il bene della comunità.
Un principio d’incendio e la risposta dei vigili del fuoco
Nei giorni precedenti all’occupazione, l’ex stadio del ghiaccio ha visto un principio d’incendio, prontamente domato dai vigili del fuoco. Questo episodio ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza della struttura, che è stata chiusa in attesa di riqualificazione e nuova gestione. Gli attivisti, tuttavia, hanno affermato che la loro occupazione non è solo una protesta, ma anche un tentativo di riappropriarsi di uno spazio che potrebbe essere utilizzato per eventi culturali e sociali, piuttosto che per manifestazioni sportive di grande impatto.