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Una notte di gare e sacrifici
Il Capodanno è un momento di festa e celebrazione per molti, ma per i fondisti impegnati nel Tour de Ski, è un periodo di intensa competizione e preparazione. Con un calendario fitto di gare, il riposo diventa fondamentale. Il 31 dicembre, ad esempio, gli atleti si sono trovati a dover affrontare una dura gara di 20 km individuale, seguita da un inseguimento il giorno successivo. Questo impegno ha reso impossibile festeggiare la mezzanotte come avrebbero voluto.
Racconti di atleti
Le testimonianze degli atleti raccontano di una serata tranquilla, lontana dai festeggiamenti. La finlandese Jasmi Joensuu ha condiviso: “Sono andata in sauna una volta tornata in albergo dalla gara, poi ho cenato e fatto niente di particolare. Sono andata a dormire attorno a mezzanotte”. Anche lo svedese Anger ha confermato di aver pensato solo a rilassarsi dopo la gara, cercando di dormire prima che iniziassero i fuochi d’artificio.
Il rumore dei fuochi d’artificio
Il rumore dei botti di mezzanotte ha rappresentato una vera sfida per molti atleti, in particolare per coloro che hanno il sonno leggero. Admundsen ha raccontato di come il rumore lo abbia svegliato, rendendo difficile un buon riposo. Altri, come Fossesholm, hanno cercato di recuperare energie dopo la dura gara, ma i fuochi d’artificio hanno interrotto il loro sonno. “Sembrava ci fossero bombe fuori dalla nostra finestra”, ha scherzato.
Strategie di recupero
Nonostante le difficoltà, alcuni atleti sono riusciti a trovare il modo di riposare. Caterina Ganz ha raccontato di come, dopo una cena con la squadra e una riunione tecnica, sia andata a dormire e sia riuscita a prendere sonno subito. Al contrario, Klæbo ha affermato di aver trascorso un Capodanno tranquillo, riuscendo a dormire prima delle 22 senza essere disturbato dai fuochi d’artificio.
In conclusione, il Capodanno per i fondisti al Tour de Ski è un momento di sacrificio e dedizione, dove la competizione prevale sulle celebrazioni. Mentre il mondo festeggia, questi atleti si preparano a dare il massimo, dimostrando che la passione per lo sport richiede anche rinunce.