Le polemiche ambientali ai mondiali di sci nordico a Trondheim

Le tensioni tra attivisti e atleti in vista dei mondiali di sci nordico in Norvegia

Un evento sportivo sotto i riflettori

Dal 27 febbraio al 9 marzo, Trondheim, in Norvegia, ospiterà i mondiali di sci nordico, un evento che promette di attirare l’attenzione di appassionati e media di tutto il mondo. Tuttavia, a pochi giorni dall’inizio delle gare, il dibattito si concentra non solo sulle performance degli atleti, ma anche sulle questioni ambientali che circondano l’evento. La manifestazione, infatti, è stata al centro di polemiche legate all’impatto ambientale e al sostegno di sponsor controversi, tra cui aziende petrolifere.

Le proteste degli attivisti

Il gruppo ambientalista People Against Fossil Fuels ha annunciato una protesta durante la gara di 50 km maschile, con l’intento di mettere in luce la poca attenzione riservata all’ambiente da parte di alcuni sponsor. Le manifestazioni di questo tipo non sono nuove nel mondo dello sport; in passato, attivisti hanno cercato di boicottare eventi internazionali, interrompendo le gare e disturbando gli atleti. Tali azioni hanno sollevato un acceso dibattito su come e se sia giusto mescolare sport e attivismo.

Le reazioni degli atleti

Le parole di alcuni atleti norvegesi, come Simen Hegstad Krueger e Harald Østberg Amundsen, evidenziano la frustrazione nei confronti delle manifestazioni che potrebbero compromettere le loro prestazioni. Krueger ha sottolineato che ci sono modi più civili per esprimere le proprie opinioni senza danneggiare il lavoro degli atleti. Amundsen ha aggiunto che sarebbe più utile impegnarsi per il cambiamento piuttosto che disturbare chi sta lavorando duramente per raggiungere i propri obiettivi. Anche Johannes Høsflot Klæbo ha espresso il suo disappunto, affermando che le azioni degli attivisti potrebbero rovinare l’esperienza di gara per gli sciatori.

Le motivazioni degli attivisti

Frida Steinbakk, portavoce di People Against Fossil Fuels, ha chiarito che l’intento della protesta non è quello di disturbare gli atleti, ma piuttosto di avviare un dibattito sulle sfide democratiche e sull’urgenza di un accordo globale per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Secondo Steinbakk, gli inverni brevi e instabili colpiscono già gli sciatori di tutto il mondo, e la causa principale è la combustione di materiali fossili. Gli attivisti sperano che gli atleti comprendano che il loro obiettivo è quello di proteggere l’ambiente, non di rovinare le gare.

Scritto da Redazione

Incidente shock nel biathlon: Rastorgujevs aggredito dal suo allenatore

Petter Northug rinuncia alla Vasaloppet: un inizio di stagione difficile