L’addio ai campioni del biathlon: emozioni e ricordi di un skiman italiano

Un'intervista esclusiva con Gianluca Marcolini, skiman dei campioni norvegesi del biathlon.

Un legame speciale tra skiman e atleti

Nel mondo del biathlon, l’addio di due icone come i fratelli Johannes e Tarjei Bø segna un momento di grande emozione non solo per i fan, ma anche per chi ha lavorato al loro fianco. Gianluca Marcolini, skiman italiano, ha avuto il privilegio di seguire questi atleti straordinari, contribuendo al loro successo con passione e dedizione. La sua esperienza è un esempio di come il lavoro dietro le quinte sia fondamentale per il raggiungimento di traguardi importanti.

Il significato di “Wax mafia”

Durante un’intervista, Marcolini ha condiviso aneddoti divertenti sul suo lavoro con la squadra norvegese. Un momento particolare è stato il battesimo del termine “Wax mafia”, un nome scherzoso che è diventato simbolo del team. “È nato scherzando con i miei colleghi italiani – racconta Marcolini – e alla fine abbiamo deciso di usarlo anche per il nostro profilo Instagram. È una bella cosa che ci unisce”. Questo spirito di camaraderie è essenziale in un ambiente competitivo come quello del biathlon.

Le emozioni del ritiro

Con l’imminente ritiro dei due atleti, Marcolini ha espresso le sue emozioni, rivelando come stia affrontando questo cambiamento. “Adesso la vivo molto meglio di prima – confida – capisco che gli atleti vogliono smettere quando non hanno più stimoli. È giusto che si facciano una nuova vita”. La sua esperienza con i Bø è stata ricca di momenti indimenticabili, come la prima medaglia d’oro di Johannes ai Mondiali, un evento che ha segnato un punto di svolta nella carriera di entrambi.

Un rapporto di rispetto e fiducia

Il segreto del successo di Marcolini con i fratelli Bø risiede in un rapporto di rispetto reciproco. “Loro non si intromettono nel mio lavoro e io non mi permetto di farlo nel loro – spiega – c’è molto rispetto fra di noi, e questo è fondamentale”. Questo legame ha permesso a Marcolini di lavorare in un ambiente sereno e produttivo, dove la fiducia è alla base di ogni interazione. “Quando proviamo gli sci, mi dicono sempre ‘fallo tu, che ci fidiamo’ – aggiunge – questo è un segno molto importante”.

Ricordi indelebili

Marcolini non può fare a meno di emozionarsi quando ripensa ai momenti condivisi con i Bø. “Ricordo la prima medaglia d’oro di Johannes a Kontiolahti – racconta con la voce tremante – è stato un giorno speciale, e da quel momento il nostro legame si è rafforzato”. Anche il momento della rivelazione del ritiro è stato carico di emozione, con lacrime e abbracci che hanno segnato la fine di un’era. “Ho pianto con Tarjei dopo la sua confessione – ricorda – è stato un momento difficile, ma anche bello, perché abbiamo condiviso tanto insieme”.

Un’eredità di esperienza

Guardando al futuro, Marcolini riflette su ciò che ha imparato lavorando con i fratelli Bø. “Mi lasciano un bagaglio di esperienza molto grosso – afferma – ho imparato l’importanza di lavorare con persone oneste e sincere. Questa esperienza mi ha fatto crescere molto nel mio lavoro”. La sua storia è un tributo a un legame speciale che va oltre il semplice rapporto di lavoro, un esempio di come la passione e la dedizione possano portare a risultati straordinari nel mondo dello sport.

Scritto da Redazione

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