Aumento dei costi immobiliari nelle località sciistiche italiane

Analisi dei costi di acquisto e affitto nelle località sciistiche italiane nel 2024

Un mercato immobiliare in fermento

Il mercato immobiliare nelle località sciistiche italiane sta vivendo un periodo di grande fermento, con un aumento significativo dei prezzi di acquisto e affitto. Secondo un report di Century 21, Selva di Val Gardena si conferma la località più costosa per l’acquisto di una casa, con prezzi che sfiorano i 12.000 euro al metro quadro nel 2024. Questo rappresenta un leggero calo rispetto al 2023, ma la cifra rimane comunque elevata, evidenziando la continua attrattiva di queste zone per gli acquirenti.

Le località più costose

Oltre a Selva di Val Gardena, anche Cortina d’Ampezzo si distingue con un prezzo medio di 11.896 euro al metro quadro, segnando un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Altre località come Corvara e Livigno seguono con prezzi di 9.500 e 6.800 euro, ma qui si registra un netto calo per Livigno, con un -20% rispetto al 2023. Cervinia, invece, ha visto un aumento del 16,4%, raggiungendo i 4.800 euro al metro quadro, mentre Canazei, Sestriere e Courmayeur hanno registrato incrementi più contenuti, ma comunque significativi.

Chi acquista nelle località sciistiche

Un aspetto interessante del mercato immobiliare è la provenienza degli acquirenti. Gli investitori stranieri, in particolare, provengono principalmente da Germania, Regno Unito, Svizzera e Stati Uniti. Questo interesse internazionale contribuisce a mantenere alta la domanda e, di conseguenza, i prezzi. Per quanto riguarda gli affitti, Cervinia si conferma la località più costosa, con un prezzo medio di 30 euro al metro quadro, seguita da Selva di Val Gardena, dove il costo medio è di 24,1 euro, in calo del 7,7% rispetto all’anno precedente.

Iniziative culturali e sociali

Oltre all’analisi dei prezzi, è importante sottolineare anche le iniziative culturali che si stanno sviluppando in queste località. Il Trento Film Festival, ad esempio, si propone di insegnare la cultura del limite per preservare la montagna, coinvolgendo oltre 1.200 studenti in progetti di prevenzione degli infortuni. Queste attività non solo arricchiscono l’offerta culturale, ma contribuiscono anche a sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della sicurezza e del rispetto per l’ambiente montano.

Scritto da Redazione

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