Un clima di paura e silenzio
Negli ultimi anni, il mondo dello sport ha visto emergere numerose testimonianze di abusi e molestie, e il biathlon statunitense non fa eccezione. Le atlete Joanne Reid e Deedra Irwin hanno sollevato gravi accuse nei confronti di Petr “Gara” Garabik, uno skiman della squadra, denunciando comportamenti misogini e molestie sessuali. Queste rivelazioni hanno riacceso l’attenzione su una cultura di omertà e paura che ha afflitto il biathlon per decenni.
Le indagini di Safesport, un’organizzazione dedicata alla prevenzione degli abusi nello sport, si sono ampliate, coinvolgendo anche figure di spicco come Jack Gierhardt e Lowell Bailey, alti dirigenti dell’American Biathlon Union. Le testimonianze di diverse atlete, riportate in un articolo dell’agenzia di stampa Associated Press, rivelano un quadro allarmante di abusi sistematici, dove le denunce venivano ignorate da funzionari più interessati a mantenere l’immagine della squadra e a vincere medaglie.
Le voci delle atlete
Molte atlete hanno deciso di rompere il silenzio, raccontando esperienze traumatiche e la loro lotta per ottenere giustizia. Joan Wilder, due volte olimpionica, ha condiviso la sua storia di aggressione sessuale da parte del suo allenatore, Walter Pichler, avvenuta nel 1990. Nonostante le sue denunce, la situazione non è mai stata affrontata seriamente. Grace Boutot, medaglia d’argento ai Campionati mondiali giovanili, ha raccontato di come le sue segnalazioni siano state ignorate, portandola a un tentativo di suicidio.
Le atlete hanno espresso il loro dolore per una cultura che ha sempre messo in secondo piano la loro sicurezza, a favore di una struttura di potere che proteggeva i predatori. “I dirigenti del biathlon sembrano sempre scegliere di supportare i predatori invece che le vittime”, ha affermato Boutot, sottolineando l’inefficacia delle misure di protezione.
Reazioni e speranze per il futuro
Max Cobb, ex amministratore delegato dell’American Biathlon Union, ha respinto le accuse, definendole infondate e affermando di aver sempre affrontato le segnalazioni di comportamenti inappropriati. Tuttavia, le atlete continuano a chiedere maggiore responsabilità e trasparenza. L’International Biathlon Union ha dichiarato di essere profondamente preoccupata per le accuse e sta collaborando con il Center for SafeSport per garantire la sicurezza degli atleti.
Deedra Irwin, che ha denunciato Garabik, ha espresso un messaggio di speranza, evidenziando i miglioramenti nelle condizioni all’interno della squadra. “Non mi sono mai sentita così supportata”, ha affermato, sottolineando come il coraggio delle atlete che hanno parlato possa portare a un cambiamento positivo nel futuro del biathlon.